IL VIAGGIO

 

 “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi, ci dice Marcel Proust, immenso scrittore (per me, Dio) costretto a scrivere buona parte della sua monumentale opera Alla ricerca del Tempo Perduto chiuso in una stanza, malfermo.

È una frase non complicata da capire e che infatti molti comprendono, ahinoi, senza applicarla invero mai. È fin facile il simbolico che contiene: il parallelismo vita-viaggio, il viaggio di ogni libro di formazione, l’inferno-purgatorio-paradiso di dantesca memoria e le coordinate da seguire: Dante stesso rimprovera ad Ulisse non la volontà di scoperta ma la direzione.

Torniamo al viaggio. I vostri viaggi prenotati con mesi d’anticipo (per risparmiare!, salterete sulla sedia voi); le vostre guide Lonely Planet (per non perdere le cose importanti!, salterete sulla sedia voi); la vostra ricerca di consigli e feedback sul web (per non prendere fregature!, salterete sulla sedia voi); le vostre eccessive fotografie (per avere dei ricordi!, salterete sulla sedia voi VS per far vedere che ci siete stati!, salterò sulla sedia io)… rendono il viaggio l’ennesima evasione (che brutto verbo evadere, significa che la vita di tutti i giorni è una prigione?!) programmata e controllata del vostro stato di piccoli borghesi e provinciali. Un viaggio siffatto non è un Viaggio: siete VOI in un viaggio.

Ora, senza sprofondare nella retorica avventuriera da vomito, e anch’essa imbalsamata su stereotipi di finta sovversione (si vedano quegli articoli sul web o quei blog che decantano le gesta di un individuo qualunque che molla tutto e, non si sa con quali soldi, fa il giro del mondo in monopattino, ospitato per 3 anni, nutrendosi di nutrie morte di peste e poi ne scrive un libro e ci scassa i coglioni per mesi), è bene puntualizzare che il vero Viaggio è, ancora una volta, fatto invece di: perdite di tempo, stazionamenti nei bar, solitudine, libertà, tentativi di spiegarsi in una nuova lingua, fraintendimenti, immersione nell’incultura del posto, notti di malinconia, nostalgia nei confronti, non di casa propria, ma del Tutto che non riusciamo ad afferrare, costretti nel nostro solo unico corpo dalla miserevole condizione umana: essere da qualche parte deve farci rimpiangere di non essere contemporaneamente dapperutto; deve metterci voglia di conoscere ogni luogo, di fantasticare sugli antipodi, di non fermarsi più.

Ho fatto viaggi bellissimi, quasi mai in terre lontane. Ho viaggiato grazie ai libri per i piccoli e poi ai grandi libri, alla noia, alla pornografia, alle notti insonni. Eppure solo poco tempo fa ho intrapreso il Viaggio più importante: quello che mi porta lontano da me stesso.

“La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito”
F. Battiato