GRANDI SPERANZE?

GRANDI SPERANZE?

 

No. Non me ne voglia Charles Dickens ma, del resto, noi, malmostosi per cultura, di speranza non ne abbiamo mai avuta: l’ultimo inganno di Pandora a quel deficiente di Epìmeteo, il male assoluto delle religioni, la grande e meritevole illusione alla base del progresso.

Le generazioni che si susseguono continuano a smentire il pessimismo di chi le precede: basti pensare al cammino dell’umanità. Sono state ritrovate tavolette d’argilla di anziani Sumeri che si lamentavano dei giovani, eppure viviamo ora, dopo millenni, tra una decadenza e una rinascita cicliche, un’epoca distante anni luce da povertà, guerre, sacrifici umani, superstizioni di vario genere, religioni infantili, aspettativa di vita bassissima, differenze sociali enormi.

Quindi non mi iscriverò alla pletora di vecchi tromboni che vomitano il sermone indignato sulla propria epoca. Ma c’è una cosa che non mi fa dormire la notte, una cosa che frena qualsivoglia mio entusiasmo: la metropolitana di Torino.

Questi i fatti. Torino da bambina si è comportata bene e così il Babbo Natale delle Olimpiadi Invernali le ha portato in regalo un trenino elettrico: molto carino, pulito, moderno, puntuale ed efficiente. Se avete la fortuna di abitare nelle due strade che percorre (via Nizza e Corso Francia) e siete milionari, ne potrete usufruire con grande gioia. Ebbene, cosa c’entra la metropolitana di Torino (una delle città più graziose, civili ed educate d’Italia) con il mio grado di speranza riguardo il futuro dell’Italia?

Basterà sopraggiungere ad una delle fermate per avere voglia di suicidarsi dal nervoso. Le persone che devono salire (di qualsiasi età, ceto apparente, condizione sociale presunta, estrazione varia) non lasciano scendere chi è a bordo: si accalcano con odio rabbia grinta e cattiveria davanti alle porte scorrevoli e aggrediscono e travolgono i passeggeri che vorrebbero sbarcare: per cercare di sedersi? Per trovare un posto libero? Per non dover stare vicini accalcati a qualche puzzone? Per paura che il treno parta senza di loro (quello successivo passerebbe dopo due minuti)? Non è dato sapersi.

L’ultima volta una signora con un labrador al guinzaglio era talmente smaniosa di salire che il cane mi ha sbattuto sulle palle, inumidendo col suo tartufo umidiccio i miei jeans nuovi. Grazie al Cielo, adoro il grottesco e, nell’illusione di bruciare calorie, mi piace andare a piedi.